Cenni storici su Maria di Grottaferrata ed il centro storico Rofranese

Da sempre, in Rofrano, alla Beata Vergine Maria è stato dato il titolo di “Madonna di Grottaferrata”, perchè dal momento della sua fondazione (X secolo) la chiesa fu dedicata a Maria e consacrata con le reliquie di due Martiri ( due scheletri quasi interi e un ampolla col sangue chiusi in due urne distinte) collocate in una Cripta, sotto l’altare della Vergine , chiusa con un cancelletto in ferro all’ingresso e “con due chiavi”. Il titolo di Grottaferrata è derivato da tale “Cripta-Ferrata”, dato alla immagine della Madre di Dio custodita nella abbazia greca dei Padri Basiliani sul territorio dell’attuale comune di Grottaferrata. L’inizio dell’esistenza di Rofrano è immerso nel buio della storia. Certamente, la fondazione di Rofrano, cioé della chiesa e dell’abbazia prima e delle abitazioni successivamente si può attribuire all’attività di San Nilo, che è morto nel 1004. Poiché è difficile indicare in modo preciso la data della fondazione della chiesa e dell’abbazia greca, che hanno dato l’inizio dell’esistenza di Rofrano, per tale motivo pare una cosa giustificata di stabilire, come data simbolica e reale nello stesso tempo, la data della morte del Fondatore della vita monastica intorno a Grottaferrata.Attigua alla Chiesa era l’Abbazia, su una supercie di mq 2000, di cui metà a giardino e metà a convento, formano un solo complesso con la porta medioevale Sant’Antuono (S.Antonio Abate) e relativa torre di difesa in contrada Petrala, unica testimonianza delle tre porte che chiudevano Rofrano come Castrum nel Medioevo.Nella Cripta, a quanto riferisce il Can. Ronsini nei suoi “Cenni Storici sul comune di Rofrano”, era conservata un’iscrizione laterizia in lingua Greca, che deva notizia del trasferimento delle reliqiue dall’oriente a Rofrano nel secolo VIII.Questa iscrizione fu letta e interpretata “con agevolezza” da Carlo Maria Ronsini (che sarà poi Vescovo di Pozzuoli),venuto a Rofrano “per visitare l’annoso suo zio don Francesco Ronsini”; ma alla fine del secolo XVIII un Vescovo venuto in Santa Visita (forse Mons. Zuccari), la portò via per interpetrarla e “non più la rimandò al suo luogo”.Il clero di Rofrano seguiva il rito greco-bizantino, e nella chiesa di Grottaferrata era venerata una “Antichissima Icona et Satis Decens”,(com’è ricordata nel Verbale di Santa Visita del Commissario Apostolico Silvio Galasso del 18 Aprile 1583); icona posta sull’altare costruito sulla cripta dei Martiri, “ad oriente della chiesa, sul modello di quello descritto da S.Giovanni nell’Apolcalisse”.Col passar degli anni la chiesa di Grottaferrata in Rofrano si ridusse in miserevole stato.Cacciati dall’Abbazia i monaci Basiliani nel 1490 dal Conte Carafa di Policastro, che trasformò il Convento in Propio Palazzo Baronale; privata anche nei beni e delle rendite, oppressi il clero e il popolo nei secoli successivi, nessuno ebbe più cura della manutenzione dell’edificio sacro.Nel 1864 il popolo e il clero di Rofrano decisero di riedificare la chiesa dalle fondamenta, sullo stesso posto dell’antica, per gratitudine dei molti benefici ricevuti dalla Madonna in tante terribili sciagure.”Su bel Disegno del Cavaliere Pecori -aula a croce greca, tagliata negli angoli dalla Croce di S.Andrea – l’Edificio già sorge maestoso: il più è già
fatto. Ma occorre per l’ornamento”.Così scrive il Ronsini nel 1873 nel suo libro già citato.I lavori per la ricostruzione della chiesa cominciarono come detto nel 1864 seguendo il progetto del Cav.Pecori e con il Patrocinio del Municipio. L’Arciprete don Michelangelo Ronsini si rese promotore della raccolta della offerte fra il popolo.Rispetto alla Chiesa attuale, questa antica Chiesa era molto più ampia, in quanto comprendeva anche gli spazi occupati ora dalla canonica a destra di chi entra e dalla terrazza a sinistra. Aveva ben dieci altari e divisa in quattro navate era sormontata da una cupola.L’Altare Maggiore era ad Oriente della chiesa e si elevava sulla Cripta dei Martiri, ritrovata , salvo ulteriori accertamenti nei lavori di scavo eseguiti nel 1991. Gli altri altari erano dedicati:
a)alla Madonna Addolorata. Fondato da don Giovanni Sofia nel 1731 era di
patronato della Famiglia Sofia.
b)a Sant’Antonio Abate e San Leonardo.Era della famiglia Del Vecchio.
c)alla Madonna del Buon Consiglio.Venne eretto nel 1835 dai BAroni Tosone.
d)al SS.Sacramento.
e)alla Madonna del Santo Rosario.
f)alle Anime del Purgatorio.
g)a S.Pasqaule Baylon la cui statua lignea ancora esistente è in restauro.
Questi ultimi quattro altari erano di propietà della Congrega di Carità, che
aveva la sua sede nella Parrochhia di Santa Maria dei Martiri.
h)a Santa Lucia.
i)a Sant’Elia Profeta il cui bel simulacro ligneo e mezzobusto, che lo
raffigura con la barba, il libro e una fiaccola (“la sua parola bruciava come
una fiaccola”,dice di lui il libro Siracide), è stato di recente restaurato.
La Chiesa già sorgeva maestosa nel 1874, anche se occorevano ancora non pochi fondi per completare la fabbrica e le decorazioni.Ma il lavoro e gli sforzi di 10 anni vennero vanificati il 15 MAggio 1874, quando crollò la cupola della chiesa ricostruita, a causa di una frana che arreco no poco danno al nucleo antico del paese, con il crollo di numerose a bitazioni private e della Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battsista in contrada Piediorti. Il sindaco Giovanni Sofia e i membri del consiglio comunale , incaricarono periti e muratori per un sopralluogo alla chiesa al fine di evitare danni ai civili che avevano case nelle vicinanze della
stessa.Eseguita la perizia , le Autorità Comunali ordinarono la demolizione delle murature fino all’altezza del primo cornicione.
La situazione precipitò il 26 Gennaio 1976.
Infatti verso le cinque del pomeriggio crollò anche il muro occidentale della Chiesa, travolgendo le case sottostantiin Via Coste. Morirono sotto le macerie delle loro case un bambino e un vecchio.Dal registro dei morti del comune di Rofrano si evince che il 26 Gennaio 1976 alle ore pomeridiane 5 e minuti otto morì il piccolo Biase Cataldo di anni due, nella casa posta sotto Via Coste n°36.Il bimbo era figlio del falegname Giuseppeantonio e di Mariagiovanna Retta, tessitrice.Lo stesso giuorno morì alle ore pomeridiane 5 e minuti dodici nella sua casa in Via Coste n°2, il Sig.Leopoldo Liggio di anni 75, di stato celibe, originario di Sant’Angelo a Fasanella.La morte del piccolo Cataldo e del vecchio Liggio, procurò non pochi fastidi alle autorità locali, che vennero querelate dai familiari delle vittime, per non aver provveduto alla tempestivamente alla demolizione deo muri
pericolanti e allo sgombero delle macerie che si erano accumulate nella chiesa per i precedenti crolli e demolizioni.

Il crollo della chiesa venne constatato dal Vescovo della diocesi di Vallo della Lucania, Mons.Giovanni Battista Siciliani, venuto in quell’anno in visita Pastorale a Rofrano. TERZA RICOSTRUZIONE ANNI 1954-1964Mons. Pasquale Allegro, parroco di Rofrano dal 1984 al 1990, nato a Rofrano nel 1913, ordinato Sacerdote a Salerno nel 1936, celebrò la sua prima Messa il 26 Luglio 1936, nella Chiesa di Santa Maria di Grottaferrata.Nei mesi successivi all’ordinazione e fino al 1°Aprile del 1937 data della sua nomina di parroco Arciprete Lettieri, si preoccupò di far coprire il locale attiguo al muro orientale della Chiesa, perchè le infiltrazioni di acqua piovana avevano provocato una vistosa lesione alle strutture murarie che si estendeva anche al pavimento , fino al portale d’ingresso. Le pietre necessarie ai lavori vennero prelevate dalla struttura della Chiesa di San Giovanni, dove sacerdote e fedeli si recavano in processione dopo la Messa domenicale.Nel 1949 la Chiesa risultò pericolante a causa di una frana, stando alla dichiarazione resa dal parroco don Giovanni Guazzo, n occasione della visita pastorale del Vescovo della Diocesi.In quell’anno dal Vescovo Mons. Domenico Savarese, vennero consacrate due campane, che oggi si trovano una sul campanile della chiesa di San Nicola di Mira e l’altra in sistemazione provvisoria sulla diruta torre della Chiesa di S.Maria di Grottaferrata. La fusione delle due nuove campane fu voluta dal Parroco Guazzo, coadiuvato per la raccolta delle offerte fra i fedeli dal sig. Angelo Cusatis.Nel 1950 assunse la cura pastorale di Rofrano, Don Modesto Dolce, ex Francescano, nativo della provincia di Frosinone, che è rimasto parroco fino al 31 Luglio 1984, anno in cui si trasferì a Pisa, ove è morto il 27 maggio 1990.Altro luttuoso evento si verificò in data 30 Giugno 1951 con la morte del piccolo Ancora Vincenzo di Pantaleo di anni quattro, che perse la vita, sotto una trova di legno, necessaria al consolidamento del tetto della Chiesa di Santa Maria di Grottaferrata che alcuni fedeli, con in testa il parroco don Modesto Dolce stavano trasportando a spalla.Fu l’arciprete Dolce, che in due fasi successive portò la costruzione all’altezza della copertura, con offerte del popolo econ fondi governativi cui si farà riferimento in seguito.I lavori di ricostruzione, anche se per il completamento necessita ancora procedere alle finiture della casa canonica della quale esistono soltando le strutture portanti e la copertura, sono durati ben 42 anni essendo iniziati come detto nel 1954 e terminati (per la sola Chiesa) nel 1996.Durante questo lungo arco di tempo si sono avuti quattro interventi successivi che ora qui percorreremo brevemente.
a)PRIMA FASE Anni 1954-1964 Venne demolito il muro orientale della chiesa e
il campanile. Vennero eseguite opere di fondazione sulla parte frontale e
orientale dell’Edificio con una spesa documentata di £.2.000.000, raccolte
fra i fedeli.
b)SECONDA FASE Anni 1976-1980 Venne ricostruito il muro abbattuto e parte del
Campanile, portando la costruzione all’altezza della copertura.La spesa
sostenuta fu di £.22.000.000 (di cui due milioni prelevati dalla lotteria di
Agnano del 1975 e venti milioni concessi dalla Direzione Generale del Fondo
per il Culto del Ministero degli Interni, su richiesta del parroco Dolce
datata 7 Dicembre 1976).
Detti fondi vennero accreditati al Comune di Rofrano, che a seguito di
licitazione privata affidò i lavori all’impresa Giuseppe Barletta da Alfano.
I lavori vennero proigettati e diretti dall’Architetto Donato Capobianco da
Torre Orsaia.
c) TERZA FASE Anni 1988-1991
A seguito delle dimissioni per motivi di salute dell’Arciprete don Modesto
Dolce, il primo agosto 1984 venne nominato Parroco di Rofrano Mons.Pasquale
Allegro.
Nel 1985, su sua iniziativa di Buon’anima Giacomino Sofia,Scandizzo Giacomo fu Antonio e Scandizzo Vincenzo fu Nicola e di altri fedeli, con il beneplacito del parroco, furono provvisoriamente sistemante sulla torre della Chiesa (a sinista di chi guarda) le campane e l’orologio,sostenute da una struttura metallica. La somma di £.16.000.000 fu raccolta fra i fedeli.Successivamente nell’anno 1987 su interessamento dell’Ing.Cono Federico che alla competenza professionale ha unito l’interessamento e l’impegno per restituire ai ROFRANESI il Santuario ricostruito, si ottenne un cospicuo finanziamento da parte della Sopraintendenza ai B.A.A.A. e S.di Salerno-Avellino.I lavori progettati e diretti dall’Ing.Cono Federico da Salerno e l’Arch. Donato Capobianco da Torre Orsaia consentirono il consolidamento dell’intera struttura già esistente . Furono consolidate le strutture fondali con micropali spinti ad una profondità di m 11 circa e quelle merarie con iniezioni di cemento additivate.Si provvide inoltre a coprire la Chiesa con una cupola in cemento armato a spicchi, nonchè a costruire tutte le strutture portanti della sacrestia e della casa canonica che si eleva su due piani.I lavori affidati all’impresa I.N.C.O.S. di Napoli dell’Ing.Cafaggi, culminarono con il getto della cupolache avvenne la notte del 10 Agosto 1991, presente in piazza San Nilo il parroco Mons.Allegro e numerosi fedeli, accompagnati dal suono festoso delle campane.Durante i lavori di consolidamento delle strutture murarie a oriente della Chiesa sono stati rinvenute delle vecchie murature,(che saranno opportunamente conservate) che con tutta probabilità costituivano l’antica cripta dei Martiri.
QUARTA FASE Anni 1995-1996 Al Mons. dimissionario del 1990 per ragioni di salute, subentrò il Sac.don Giuseppe Arighi, originario della provincia di Como.Mons. Allegro che si era trasferito a Salerno, presso una sorella, pur se in precarie condizioni di salute, continuò a interessarsi presso gli Enti preposti per ottenere dei fondi che consentissero la ripresa e quindi il completamento dei lavori della chiesa.Purtroppo la mancanza di fondi faceva prevedere molto lontana la tanto sospirata riapertura al culto della Chiesa.Con la morte di Mons.Allegro, avvenuta il 23 Novembre 1994, Rofrano perdeva
un Sacerdote zelante e infaticabile, che aveva sempre operato per il bene del popolo a Lui affidato, nonchè al recupero di tutto il patrimonio STORICO-CULTURALE e RELIGIOSO delle cumunità.OLtre allo zelo per la ricostruzione delle Chiese, don Pasquale lasciò anche una cospicua somma per il completamento dei lavori del Santuario .Fu così che nel Febbraio 1995 venne costitito un comitao PRORESTAURO DELLA CHIESA SI S.MARIA DI GROTTAFERRATA prsieduto dal parraco Sac.don Giuseppe Arighi,e dal Dott.Gennaro Passarelli Sindaco pro-tempore di Rofrano.Il comitato composto originariamente da 12 membri si ridusse effettivamente a quattro componenti che si sono interessati unitamente al Parroco, per la raccolta dei fondi.Essi sono i Sigg. Allegro Giacomo fu Giuseppe, Mazzeo Mario fu Michele, Scandizzo Giovanni fu Antonio e Viterale Carmine fu Antonio.I lavori di completamento, che hanno permesso la riapertura del Culto del Sacro Edificio, sono stati progettati e diretti gratuitamente dell’Ing. Cono Federico da Salerno.A seguito di licitazione privata, alla quale furono inviate tutte le Ditte di Rofrano, nessuna esclusa, i lavori vennero affidati all’impresa Sig.Speranza Antonio, che li eseguì con diligenza e passione.Tutti gli atti progettuali con le relative contabilità, depositati presso l’uffcio parrocchiale, sono a disposizione di chiunque ne voglia prendere visione.”Molti hanno desiderato di vedere questo giuorno e non lo hanno visto”Si,queste parole che Gesù pronunciò riferendosia a se stesso, vanno bene per celebrare l’evento a cui la comunità di Rofrano si preparò con trepidazione: LA RIAPERTURA AL CULTO DEL SANTUARIO DI SANTA MARIA DI GROTTAFERRATA. Molti che ora sono con Dio hanno pregato ed operato per vedere questo giorno.In comunione con loro e con tutti quelli che hanno pregato in quella Chiesa, e che ora sono nella casa di Dio, a cantare con Maria la gloria della Trinità; in comunione con tutti i fedeli Rofranesi sparsi ovunque nel mondo, che conservano vivo nel cuore l’amore per il propio paese e per la Vergine Santissima Madre di Dio e nostra Regina, vivremo intensamente la festa per la
riapertura al culto del Santuario di S.Maria di Grottaferrata, preparandoci con la riflessione e la preghera a un evento che il nostro popolo attende da oltre quart’anni.”Questa terra , o Madre, è vostra e Voi di essa vi sieta mostrata la protettrice assistendola di continuo con la Vostra protezione!”Si, la riapertura del Santuario vuole essere l’occasione per riaffermare il nostro amore alla Santissima Vergine. Come i nostri padri, guidati dai monaci greci, si affidarono alla protezione di Maria, consacrando a Lei loro stessi, le loro famiglie e il loro paese, così anche noi vogliamo consacrarci ancora a Lei e implorare la Sua protezione su di Noi e sul nostro paese. Che la riapertura del Santuario risvegli nei nostri cuori la fede, accenda la speranza, apra i cuori dell’amore di Dio e del prossimo.La Vergine Santissima ci benedica e accordi a Rofrano la sua benedizione, perchè da sempre ROFRANO
E TERRA DI MARIA!P.S. A finanziare parte dei lavori sono stati i ROFRANESI residenti in Italia e all’estero che desiderosi di vedere riaperto al culto il Santuario della Madonna di Grottaferata, dove hanno pregato i loro padri e da dove la Santissima Vergine li ha sempre protetti, hanno contribuito con gran generosità.
Questo documento è stato elaborato da don Marek Olszewski, sulla base del testo scritto nel 1994 da don Aniello Adinolfi, nipote di don Pasquale Allegro

Rofrano 18/02/2003

Le Chiese Di Rofrano perchè sono d’importanza Storico-Religioso-Culturale.
Il centro abitato è ricco di chiese a testimonianza dell’importanza di questo centro nel passato .
La principale e la “Badia di Santa Maria di Grottaferrata che unisce il vantaggio di una posizione singolare ai pregi architettonici, essa ha pianta ottagonale e ben dieci altari.
“La Chiesa di San Giovanni Battista”, a forma irregolare, contiene cinque altari, con quello maggiore in Marmo ed un coro in legno di noce.


La chiesa di Santa Maria dei Martiri
Il canonico Domenicoantonio Ronsini nei suoi Cenni Storici sul Comune di Rofrano,srive:” Santa Maria dei Martiri appartiene alla Beneficenza, da cui fu rimodernata nel secolo scorso, come dice l’iscrizione sulla porta principale ” EX ANTIQUA AD MODERNAM REDACTA EST FORMAN NOTARIO ROSARIO IOCA RECTORE A.D.1748″.Ha una sola navata non sufficiente al popolo: il disegno è bello, come i lavori a stucco nelle mura, nella volta finta, e nella facciata.
L’organo è della scuola Carelli con Orchestra e fregi di oro zecchino. Ha 5 altari e il Maggiore e di marmo, acui soprasta una bene architettura nicchia similmente di marmo, che racchiude il simulacro della Titolare ed una graziosa statua della concezione.Il campanile con Orologio aveva una cupola archittetonica coperta di mattoni impatinati di vario colore.Colpita anni orsono dal fulmine aveva bisogno di lieve restauro.Si giudicò meglio smantellarla con doppia spesa. Ebbe contiguo un nosocomio ed una pej projetti, pietose istituzioni sconficcate dalla tristizia dei tempi.
La Chiesa di Santa Maria dei MArtiri fu dunque ricostruita nella sua forma attuale nel 1748, partendo da una chiesa preesistente, alla fine del 1800 per il crollo del soffitto a volta con cannucce, decorato con stucchi pregevoli, questo fu rifatto in forma piana utilizzando tavole di abete, inchiodate a travi di legno che facevano da sostegno.
Il campanile aveva una cupola coperta con mattoni impatinati di vario colore che fu rovinata da un fulmine, per cui fu demolita e vi fu installato un orologio, che suonava le ore e le mezz’ore (macchinario custodito da Saggiomo Antonio); “mattoni impatinati” sono attualmente vicino alla torre e formano la meridiana (orologio solare).
La “BENEFICENZA”, o “CONGREGA DI CARITA'”era una pia istituzione, dotata di un propio statuto ed alle dipendenze dell’autorità ecclesiastica.
Aveva finalità di culto e di assistenza sociale ai più poveri. Durante le funzioni di culto i soci indossavano una propia divisa (camice, cingolo, mozzetta, medaglione e cappuccio), e così vestiti si riunivano nella Chiesa di Santa Maria dei Martiri per recitare l’UFFICIO DIVINO, oppure accompagnavano le processioni, in particolare quella del Corpus Domini o si recavano a somministrare il Viatico ai soci moribondi, opprue accompagnavano i soci defunti durante la celebrazione delle Esequie.Essi inoltre eleggevano il “Procuratore dei Beni dell’ospedale si Santa Maria dei MArtiri” come risulta da un documento del 1748.
L’impegno sociale, utilizzando le entrate provenienti dai cespiti (terreni e case) e delle quote versate dai soci annualmente, consisteva nel mantenere il nosocomio o ospedale o ospizio attiguo alla chiesa e dove si dava un pasto ai poveri.Col tempo, “tali pietose istituzioni furono sconficcate dalla tristizia dei tempi” come afferma il Ronsini ed infatti gia sul finire dell’ottocento l’ospedale era diventato propietà privata.

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