di Nicola Raffaele Coviello
Quando ci si allontana dal proprio paese, i ricordi, quelli piu’ belli, quelli dell’adolescenza, restano immodificati e custoditi in un angolino del nostro cervello. E’ quella parte in cui noi ci rifugiamo quando la vita e lo stress, ci chiedono un po’ di tregua.
Tutto il resto viene schiacciato ai margini e lo spazio viene occupato da tutto cio’ che noi diventiamo, lavoratori, professionisti, genitori. Ma, non appena la vita rallenta, i ricordi tornano prepotenti a rioccupare lo spazio perduto, come un universo in espansione dopo il big bang, e con essi il desiderio di riappropriarsi della propria vita e delle proprie emozioni, quelle vere, quelle genuine che solo il proprio paese, le proprie strade, le proprie montagne, gli odori della terra bagnata dopo una pioggia estiva, le lucertole che passeggiano sui muri nelle giornate calde e assolate, le radio accese di chi non ha paura di disturbare, che chiamano a raccolta tutti quelli che hanno voglia di un po’ di allegria.
Nel nostro paese, abbiamo l’esatta percezione di chi siamo, non siamo numeri, siamo persone, occupiamo uno spazio che ci appartiene perche’ e’ la nostra terra che scorre nelle nostre vene in qualsiasi parte del mondo noi ci troviamo.
E’ bello d’estate il brulicare di gente che sbuca da tutti i vicoli, ragazzi e ragazze belli, alti, gioiosi, sul viso stampata la speranza del proprio futuro.
L’estate a Rofrano e’ magica, il borgo si popola, raggiunge il suo apice in agosto e in questa fase brulicano le attivita’, la ricerca di tutto cio’ che serve a ricaricarti e che ti dovrai portare dietro per assaporarlo centellinandolo per tutto l’anno. Le notti sono cortissime, si dorme pochissimo, a cosa serve, in fondo, cio’ che bisogna ricaricare e’ la mente, per il fisico c’e’ sempre tempo.
E poi, all’improvviso,
La quiete dopo la tempesta
E’tempo, sono andati tutti via, come dice Teo, “simu rimasti nui e nui”, e’ l’eterno conflitto interiore di chi va e vorrebbe restare e chi resta e vorrebbe andare, forse, la bellezza e’ proprio nel rincorrere quello che non si ha e che di tanto in tanto si assapora, e ha un sapore dolcissimo.