Il titolo del libro dal quale è tratto il pezzo che vi propongo per la lettura è intitolato ATTACCA U’ PADRONE ADDO’ VOLE-A U’ CIUCCIO di Angelo Avagliano. Nel libro Angelo fà una breve introduzione si se e di come sia approdato a Pruno per poi portarci alla riscoperta della ruralità e regalarci per molto aspetti un documento prezioso.
Era il ’43, e in tutte le campagne del sud c’era la miseria, la carestia, la fame , la guerra..
Zi Angelo, u’ sinnaco re Pruno, tornava da Laurino con il suo ciuccio.
Cappella di S. Elena a Gorgonero, Scanno del tesoro, u Chiano r’a funtana, la Grava di Vesalo, u’Chiano r’a Cappella e finalmente la Croce di Pruno. Prima che con gli occhi ingannati dalla neglia, zi Angelo s’accorse dell’aria di casa con il naso: dal valico che immette nella valle di Pruno, arrivava a rassicurare il cuore, il profumo del pane di granurinio che cuoceva avvolto nelle fronne di verza.
Ad annasare meglio, zi Angelo sentiva anche l’odore acre del fumo della legna di fringo, con la quale le donne del Feo cuocevano il pane nei loro forni fatti con le grastole di irmicio.
E si sentiva pure l’odore del pane fatto con il grano carusedda, mescolato con il jurmano.
A Pruno, Horreum di Rofrano Vetere, anche in quell’anno il grano era cresciuto e le spighe si erano riempite fino a piegare a terra l’alta paglia. Zi Peppe era stato attento a mietere il grano al momento giusto, per non farlo jettare dalla pioggia o da una tempestata del Salerno o ru viento ca vene ra Menzana.
Quell’anno, parecchia gente veniva da tutti i pizzi per chiedere ai contadini di Pruno un po’ di grano per fare il pane per i propri figli.
Portavano in cambio, castagne, alici salate, olio, fichi secchi e pannucci, a seconda della loro provenienza.
Arrivavano da Palinuro, da Camerota, da Laurito, da Celle, da Torre, da Salerno.
Da Salerno venivano i signori con i soldi e volevano cambiare carta con grano. I Prunesi non erano contenti di questo baratto, però per ospitalità e umanità, non facevano tornare a casa nessuno a mani vuote; certo preferivano le castagne, l’olio, le alici salate, i copertoni vecchi di automobili per fare i zambitti.
Continua a leggere dal libro (disponibile nell’area download)
