Rofrano aveva 2 sartorie

di Giuseppe Viterale – kiddu ri mulinaru

Tra i tanti mestieri scomparsi , nei piccoli paesi , vi e’ quello del sarto. Che io ricordi, Rofrano aveva 2 sartorie, una gestita da Giovanni Coviello e l’altra da Attilio Pellegrino e Michele Aliprandi.
Quest’ultima essendo ubicata difronte casa nostra ,nei locali del palazzo Sofia, ha arricchito molto i miei ricordi d’infanzia. In pochi metri quadrati vi era una marea umana, i maestri sarto, Attilio e Michele, i giovani dipendenti prossimi alla qualifica di sarto , Giuseppe Greco (la Grecia), Nicola Logarzo ( lu sartu), Michele Caiafa e Renato Palumbo scomparso molto giovane in un incidente stradale a Milano. Poi vi erano alcuni ragazzi apprendisti che facevano pieghe e soprammano.Abitando li, mi intrufolavo ad osservare le varie fasi della lavorazione di un vestito ed appresi come si facevano le pieghe ai pantaloni che mi risultò utile nella vita di studente universitario fuori sede.In quel periodo non vi era il lavaggio a secco e le stoffe prima di essere tagliate, venivano immerse nell’acqua della fontana in piazza.La sartoria era anche un luogo di socializzazione ed aggregazione e vi era un ambiente molto allegro e goliardico anche nei rapporti con i clienti., come quando si presentò’ mastro Giovanni ri carusieddu che voleva farsi un vestito e voleva lo sconto , al che il vivace e simpatico Giuseppe Greco disse: mastu Giua’ tengu la soluzione, facimu la giacchetta nurmali e lu cauzuni lu facimu curtu.
Anche questi sono momenti di vita rofranese.

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