È molto probabile che ciò che afferma il proverbio si sia avverato in qualche caso, ma certamente non si tratta di un’affermazione che si avvera sempre. Infatti, chi nasce in una famiglia povera viene educato, per necessità, alla “scuola”del lavoro, del sacrificio e della privazione e proprio in virtù di queste qualità umane può arrivare a essere ricco. Viceversa, chi nasce in una famiglia benestante, può essere viziato e crescendo nel vizio può giungere facilmente alla povertà e morire miseramente. Sappiamo che nel Terzo Mondo, molti nascono, vivono e muoiono nella miseria, anche per l’egoismo di tante nazioni ricche, che sprecano tanto cibo, che potrebbe sfamare molti poveri. Sappiamo pure che tanti, nascendo in una famiglia ricca, ma cristiana autentica, aiutano i poveri e anche in virtù della loro carità, il buon Dio concede loro una morte serena, con i conforti della religione cristiana. Il proverbio sembra considerare la povertà in modo negativo, ma non è così: tanti santi, fra i quali s. Francesco d’Assisi, sull’esempio di Gesù, scelsero una vita povera e distaccata dalle ricchezze di questo mondo e vissero nella letizia, facendo del bene a tutti e morirono nella pace e nella serenità.