In sostanza, il proverbio vuole affermare che è meglio obbedire a una legittima autorità piuttosto che compiere un’opera buona opponendosi alla stessa autorità. Insomma, il proverbio vuole sottolineare il valore dell’obbedienza. Oggi, in genere, sembra che l’obbedienza non sia molto apprezzata, salvo ovviamente eccezioni, nell’ambito familiare e in quello sociale; eppure se si prendono in considerazione gli esempi dei santi o, alme-no, quelli delle persone virtuose, che dovrebbero essere i modelli per ogni persona, si capisce il grande valore dell’obbedienza. Il cristiano sa che deve obbedire alla legge di Dio e, quindi, ai legittimi superiori, voluti da lui, ma soltanto quando essi impongono dei comandi o emanano delle leggi che non si oppongono alla legge divina. In particolare, in virtù del quarto Comandamento, i figli devono obbedire ai genitori e gli alunni ai loro insegnanti, quando prescrivono dei comandi che non sono contrari alla legge divina. Ogni cristiano, dovrebbe tenere sempre presente l’esempio di Gesù, che obbedì al Padre, “facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”(Fil 2,8).