Proverbi e modi di dire Rofranesi, tratti dall’omonimo libro di don Mariano Grosso. Per l’acquisto del libro oltre a poterlo effettuare dal sito web de Il Saggio Editore, si può richiedere una copia direttamente a questi recapiti ilsaggioeditore@gmail.com oppure al n. di cellulare 328.1276922.

10.1.Tannu lu cielu si lamenta: quannu trarisci lu propiu sangu = Allora il Cielo (Dio) si lamenta: quando tradisci il proprio sangue, ossia i familiari.

I due comandamenti della carità sono questi: 1°Amerai il Signore tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 2° Amerai il prossimo tuo come te stesso. Secondo l’insegnamento di Gesù, questi costituiscono un solo comandamento. Come si può intuire, i nostri prossimi che bisogna amare per primi sono i nostri familiari, a cominciare dai genitori, che i figli devono amare e onorare, come ordina anche il quarto comandamento. Del resto, anche un altro proverbio ricorda questo dovere: “Aiuta li toi e l’ati si puoi”: aiuta i tuoi (cari) e (poi) gli altri se puoi. Il proverbio vuole sottolineare che quando non si amano i propri cari, significa tradirli e quindi vuol dire trasgredire in modo grave la legge divina.
Bisogna pure precisare che non sempre i genitori si comportano bene verso i figli, tuttavia, il buon cristiano sa che deve amare i propri genitori per amore di Dio e quindi deve essere sempre pronto al perdono e trattarli sempre con amore, anche quando sono anziani e mettono a dura prova la pazienza, ricordando che un giorno, a Dio piacendo, anche noi saremo anziani…