Presentazione libro Proverbi e modi dire Rofranesi

Il giorno 25 aprile, presso il palazzo del Comune di Rofrano alle ore 17:00, si terrà la presentazione ufficiale del libro Proverbi e modi di dire rofranesi. Il libro è nato da un lungo lavoro del nostro amato compaesano Don Mariano Francesco Grosso osb monaco benedettino, lavoro che ha attraversato oltre 4 decenni prima di potersi vedere stampato. Con dedizione, Don Mariano, ha completato una raccolta di “saggezza popolare” che sono certo ogni rofranese, per conservare la propria identità, ne custodirà orgogliosamente e gelosamente una copia.
Ad oggi le stime di vendita sono di circa 5000 pezzi, un notevole successo che sicuramente vedrà ristampe future in favore delle prossime generazioni.
Per coloro che volessero acquistare il libro online, possono contattare l’addetto per le vendite del Centro Culturale Studi Storici nella persona di Berniero Barra all’ e-mail bernierobarra @hotmail.it (digitare l’indirizzo rimuovendo lo spazio tra nome e la chiocciola) il costo compreso di spedizione in Italia è di € 15,00, le modalità di pagamento sono concordate direttamente con il sig. Berniero.
È possibile acquistare il libro anche presso alcuni punti vendita a Rofrano.

Introduzione al libro

“Il discorso de’ nostri contadini è rimpinzato di proverbi comuni”. Con queste parole, il can. Domenicantonio Ronsini (1811-1879), storico rofranese, inizia il paragrafo sui “Proverbi”, della sua storia di Rofrano, pubblicata nel 1873.
Fin da ragazzo, anch’io avevo notato che i discorsi dei compaesani, specialmente di quelli anziani, abbondavano di proverbi, di espressioni sentenziose e di modi di dire molto espressivi.
Col passare degli anni, avevo pure osservato che a causa dell’influenza dei mass media, il linguaggio dei rofranesi diventava meno ricco di proverbi e di locuzioni avverbiali: la nuova generazione di Rofrano non parlava il dialetto delle generazioni passate e, di conseguenza, con passare del tempo, questa ricchezza culturale era destinata a scomparire, almeno in buona parte.
Per evitare che tale tesoro culturale andasse perduto, nel 1972, assieme al compaesano e amico Mario Iorio, cominciai a raccogliere i proverbi e i modi di dire dalla viva voce di molte persone anziane, che ci fornirono anche spiegazioni su molti proverbi. La raccolta durò circa tre anni. Nel 1975, dopo aver raggruppato i proverbi in vari argomenti, iniziai la stesura del lavoro di trascrizione, traduzione e commento dei 480 proverbi e dei 167 modi di dire rofranesi. Riguardo alla trascrizione, devo precisare che i gruppi di lettere chj, hr e sck dei termini dialettali hanno un suono speciale, che bisogna apprendere dalla viva voce di un rofranese adulto. Circa il commento, per i proverbi il cui significato non era chiaro, interpellai alcune persone anziane. Il commento sui proverbi di medicina popolare lo chiesi al compaesano e amico Giovanni Losinno, allora studente di medicina.
Nel 1978, entrato nel Monastero benedettino di S. Scolastica a Subiaco (Roma), potei continuare il lavoro, che terminai nel 1986.
Non tutti i proverbi e modi di dire sono di origine rofranese. Infatti, in tanti paesi del Cilento o del Salernitano vi sono proverbi sostanzialmente uguali a quelli di Rofrano. L’aggettivo rofranese non ha quindi un valore assoluto: nessun paese ha il monopolio della sapienza popolare.
Alcuni proverbi, inoltre, esprimono realtà contrastanti. Non c’è da meravigliarsi: evidentemente sono sorti da esperienze diverse o esprimono realtà che si sono verificate in circostanze disparate. Vi sono proverbi, infine, che riguardano credenze superstiziose; ma anche su questo punto non bisogna stupirsi, poiché sono stati formulati da persone che forse non erano praticanti o che ignoravano la vera dottrina cristiana. Posso affermare, comunque, che la maggior parte dei proverbi non sono in contrasto con la fede e la morale cristiane e quindi trasmettono delle norme di vita che possono contribuire alla formazione di una buona coscienza cristiana. I proverbi, inoltre, rivestono una grande importanza anche per un altro aspetto, che ho cercato di ricordare nel breve commento: ci fanno conoscere indirettamente i modi di vivere e la mentalità delle persone dei tempi passati e quindi hanno un notevole interesse anche dal punto di vista sociologico e antropologico.
Terminato il lavoro, desideravo naturalmente pubblicarlo, per far conoscere, anzitutto ai miei compaesani, questo tesoro di saggezza popolare. Diversi anni fa, per mezzo compaesano don Pasquale Allegro (1913-1994), parroco di Rofrano (studioso della storia e della cultura rofranese), mi rivolsi all’amministrazione comunale, che si dimostrò favorevole alla pubblicazione del lavoro, ma non poté offrire un buon sostegno economico.
Verso la fine del 2013, il sindaco di Rofrano, Toni Viterale, mi propose di pubblicare il mio lavoro, riducendo il numero delle pagine, assieme a una nuova edizione, più sintetica, della pubblicazione Rofrano. Terra della civiltà Greco-Bizantina (2009) dell’amico ebolitano Giuseppe Barra, editore e direttore del Centro Culturale Studi Storici “Il Saggio” di Eboli (Salerno). Cominciai la nuova stesura dell’opera, ma dopo qualche tempo la interruppi: sorsero delle difficoltà che impedirono la realizzazione del progetto editoriale.
Nel 2015, Giuseppe Barra mi propose di voler pubblicare il mio lavoro. Naturalmente accettai la proposta e, col permesso del p. abate d. Mauro Meacci, cominciai la nuova redazione dell’opera, apportando modifiche nella classificazione dei proverbi, nella traduzione in italiano e specialmente nel commento.
Siccome tanti proverbi provengono dalla cultura di altri centri italiani, ho ritenuto opportuno, in questa nuova stesura, di eliminare i proverbi uguali, anche nella forma, a quelli molto noti di lingua italiana. Per la ricerca di tali proverbi, mi sono servito dell’opera di Carlo Lapucci, Dizionario dei proverbi italiani (Mondadori, 2007), in cui sono riportati circa 25.000 proverbi, raggruppati per argomenti, in ordine alfabetico. In questa nuova redazione, i proverbi trascritti, tradotti e commentati sono 394. Anche per i modi di dire ho adottato lo stesso criterio e, quindi, quelli trascritti sono 122.
Mi auguro che questo lavoro, nonostante le inesattezze e le imperfezioni, sia gradito alla maggioranza dei miei compaesani e sarò grato a tutti coloro che vorranno segnalarmi le imprecisioni in cui sono incorso circa la traduzione e il commento dei proverbi e dei modi di dire.
Sono convinto che i proverbi e i modi di dire rofranesi sono un patrimonio culturale, che, utilizzato con impegno e costanza, può contribuire alla formazione civile e morale non solo del popolo rofranese (specialmente della gioventù), ma anche di quello di altri paesi e cooperare così a un’armoniosa e proficua convivenza sociale, fondata sui valori umani e cristiani.
Don Mariano F. Grosso osb
Subiaco, Monastero S. Scolastica, 7 ottobre 2016
Festa della B. V. Maria del S. Rosario

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