La “recita cuntra li mali uocchi” affonda le sue radici in pratiche molto antiche che servono per l’appunto ad allontanare “li mali uocchi” e cioè la negatività, il malocchio o l’invidia “ammiria”. Chi viene colpito dal malocchio può soffrire di sintomi di debolezza diffusa, sonnolenza, mal di testa ed altri disturbi simili. L’esorcismo contro il malocchio avviene nella casa dell’esorcista il quale impugnando un oggetto di metallo (chiavi di antichi portoni, paletta per camino, etc.) inizia l’esorcismo facendosi il segno della croce.
L’esorcizzato è seduto e non incrocia nè mani e nè i piedi.
L’esorcista muovendo ripetutamente l’oggetto di metallo intorno al corpo ed il capo e sfregandolo ogni tanto sul corpo dell’esorcizzato e per tutta la durata dell’esorcismo, ripete come descritto di seguito la “preghiera o formula” contro il malocchio.
Se durante la recita contro il malocchio l’esorcista sbadiglia vuol dire che l’esorcizzato è stato colpito dal malocchio, tanto più forti sono gli sbadigli tanto più forte è il malocchio. In alcuni casi di malocchio grave l’esorcista potrebbe lacrimare, singhiozzare, sputare e perfino vomitare.
Al termine dell’esorcismo, l’esorcista si fa di nuovo il segno della croce e getta a terra l’oggetto di metallo.
Durante la pratica non deve avvicinarsi alcuna persona nei pressi dell’esorcismo in quanto il malocchio potrebbe passare a coloro che si avvicinano.
Nell’antichità la formula-preghiera contro il malocchio veniva tramandata la notte di Natale.
Oggi giorno sono ancora in pochi a praticare la preghiera contro il malocchio e sono quasi tutti molto anziani.
1) Ripetere 3 volte
Uocchi mali uocchi crepa l’ammiria
E schiatta l’uocchi
2) Ripetere 3 volte
Chit’à pigliata a r’uocchi?
U mali cristianu , chi tadda sanà?
Lu santissimu sacramento.
Nomine padre figlio e spirutu santu
3) Ripetere 3 volte
Inda na chiana n’gi su tri frati carnali
Unu simmina, natu ara e natu faci l’uocchi a stu cristianu
4) Ripetere 3 volte
A Bettlemme c’è natu nu figliu bella e la mamma
E bellu è lu figliu
Leva l’uocchiu ra n’coppa stu gigliu
5) Ripetere 3 volte
La montagna si vrusciava
La maronna giarrivava
Lu mandu si livau e lu fuocu s’ammurtau
6) Ripetere 3 volte
Quanna Gesucristu camminava tutti l’artari salutava
Cumi saluta l’artari ri Cristu a ccussì livau l’uocchi ra cuoddu a chistu
7) Ripetere 3 volte
Auza auza cori, Gesucristu si ristora
Si ristora ad alta voce
Gesucristu fu messo in croce
8) Ripetere 3 volte
Auza cigliare quanna auza lu suli
La montagna senza cappieddu
E lu filici e senza fiuri
U pisci e senza pulmuni
Auza cigliare quanna auza lu suli
Il testo è stato scritto tentando di tradurre le parole il più vero similmente a quello che è il dialetto rofranese per eventuali correzioni scrivere a rofranoblogelinks@gmail.com