Pasquale Saggiomo: l’archimede di Rofrano

di Giuseppe Viterale – kiddu ri mulinaru 

Qualche mese fa, un mio amico mi mandò un text informandomi che era morto Pasquale Saggiomo e mi suggeriva di scrivere qualcosa. Gli dissi che non avevo molte informazioni su di lui ma nel mio prossimo viaggio a Rofrano mi sarei informato dai figli .

L’occasione è capitata ieri sera alla presentazione di un libro sul Cilento, proposto dalla Pro-loco, svoltasi Ncoppa San Giovanni.

C’era Maria e Tonino Saggiomo e ne ho approfittato per saperne di più’ . Da premettere che io scrivo piccole biografie ma il personaggio si merita ben altro ed invito i figli a scrivere tutta la storia del padre in modo molto più’ approfondito.

Per il momento accontentatevi di questo.

Pasquale nasce a Rofrano in Agosto del 1923 e muore a Febbraio del 2023, appena pochi mesi prima di compiere 100 anni. Gia’ il fatto che a lui non piaceva celebrare il secolo di vita , con festeggiamenti pubblici, ci da un po’ l’idea di questo nostro paesano , unico nel suo genere e nel suo genio.Nella sua lunga vita inizia presto ad essere curioso e capire i movimenti di qualsiasi macchina o aggeggiò che l’uomo usava, anche in una realtà rurale ed agricola come la Rofrano del secolo passato. Come molti bambini si recava da qualche fabbro (furgiaru) che di solito facevano zappe e zoccoli per i muli usando il mantice. Il piccolo Pasquale girava intorno al mantice per capirne il meccanismo e poi ricostruirlo. “ Lu furgiaru” lo allontanava perché temeva che in pochi anni gli avrebbe rubato il mestiere. Immaginate tanti bambini che saltellano di gioia nel vedere un mezzo meccanico ed un bambino un po’ solitario che con calma osserva per capirne i movimenti. Pasquale da teenager sapeva lavorare il ferro ed il legno e riusciva a progettare e realizzare oggetti utili per la vita quotidiana.

Arriva la guerra ed anche lui dovette partire per il fronte, ma siamo al 1943 quando Mussolini fu sfiduciato da Gran Consiglio ed il nostro Pasquale fu fatto prigioniero dai tedeschi. Le sue capacità tecniche gli salvarono la vita perché i tedeschi non lo mandarono in un campo di concentramento, dal quale difficilmente sarebbe uscito vivo, ma fu mandato in una fabbrica a Serayevo , in Jugoslavia , dove usavano le sue grandi qualità per costruire treni. A Serayevo affinò la sua conoscenza dei motori e le sue applicazioni nella vita civile.

Finita la guerra , nel 1945, torna a Rofrano e scopre che i vestiti che aveva al paesello erano troppo piccoli. Era successo che fu chiamato al fronte che aveva appena 18 anni ma era un mingherlino e durante la guerra aveva fatto lo sviluppo diventando uomo.

Nel 1948 si sposa con Carmela Romano che già conosceva prima di andare in guerra ed iniziano la loro vita insieme con la nascita di 3 figli, Tonino, Isa e Maria. A Rofrano inizia arrangiandosi ad aggiustare motori vecchi e successivamente compra macchine per cucire usate, fuori uso, le rende funzionanti e le abbellisce con un pratico tavolo pieghevole , in legno, in modo da trasportale come una valigetta. Alcune di queste macchine con tavolino sono ancora funzionanti a Rofrano.

Forse non molti sanno che Pasquale era un esperto del sistema meccanico dell’orologio. Nel 53 ci fu un malfunzionamento dell’orologio del campanile di Santa Maria dei Martiri in piazza che non scandiva le ore. Chiamarono un esperto orologiaio di Napoli per aggiustarlo ma questo non ci riuscì. A quel punto , tra lo scetticismo generale , si fece avanti Pasquale e disse di volerci provare. Solo Nicola Lettieri ( Pagnuottu) lo incoraggio’ perché’ erano grandi amici e conosceva le sue capacità. Tra la sorpresa generale riuscì a far funzionare l’orologio e da allora I rofranesi si resero conto di avere un genio nella comunità

In quel tempo mentre quasi tutti i rofranesi si muovono ( ku lu ciucciu) lui compra una moto-Bianchi che a quel tempo era di prestigio. La moto non era molto pratica per trasportare i suoi lavori ed allora compra una Fiat Balilla. Era uno dei pochi che aveva la macchina a Rofrano.

Il problema era che a Tressanti , dove abitava, neghli anni 50 non c’era la strada. All’inizio aveva ideato delle rampe di legno da mettere ai gradini della via che va sopra la Renazza ed arriva a Tressanti, ma questa era una soluzione provvisoria. La sua idea era di fare una strada che da fuori il paese , lunga la Rofrano -Sanza andasse comodamente a Tressanti. Per realizzare il suo progetto, nel 1956 accetta la candidatura con la lista della Vanga ( Paletta) capeggiata da Antonio Sofia.

Ebbe l’autorizzazione a fare la strada passando per la sua proprietà, l’opera venne fatta dagli abitanti di Tressanti, sotto forma di contribuzione o con lavoro manuale ed e’ la strada che tutt’ora esiste.

Pasquale creava di tutto, pensate che si costruì il letto matrimoniale fondendo le lamiere dell’aereo che cadde sulle montagne di Rofrano nel 1943, il letto ancora esiste.

Nel 1960 Pasquale emigra in Germania giusto il tempo per togliersi dei debiti fatti per comprare la macchina ma pur avendo avuto delle ottime offerte di lavoro in Germania, ritorna a Rofrano dove inizia a collaborare con Antonio Lettieri ( lu biundu) che aveva la trebbia per il grano e un trattore.

Il nostro Pasquale pur non avendo grandi scuole era molto istruito sulla meccanica ed aveva una mente aperta a capire anche le scienze naturali. Nell’ultima fase della sua vita attiva ,si era dedicato alla botanica, diventando un esperto di piante e fiori e con la sua vecchia macchina andava in giro a fare i mercati. Tutti si fermavano da lui per chiedere consigli e lui con la sua voce calma e ritmo lento , si lasciava andare a lunghe spiegazioni.

Un autodidatta che e’ rimasto curioso alle bellezze della natura ed ai meccanismi che la governano , fino alla fine dei suoi giorni.

Pasquale Saggiomo può’ essere considerato il nostro Archimede rofranese.

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