di Giuseppe Viterale – kiddu ri mulinaru
Qualche anno fa ho scritto di una passeggiato Immaginaria tra la fontana ( ri la porta l’irici) e la casa dove sono nato. Neanche 100 metri ed in quel percorso virtuale vi erano molte famiglie che abitavano il vicinato.
Ora faccio il percorso da ( sutta San Giovanni) per arrivare a casa e vediamo come era la vita in quella parte del paese.
Senza l’aiuto di realtà virtule o Metaverso ma chiudendo gli occhi ed immaginare una sera d’estate che tornavo dalla campagna con mio nonno e (lu ciucciu a capizza).
Nella discesa del Porta Vallone si camminava piano perché era scomodo per l’asino carico , si poteva ammirare il fiume Carcillo e le sue briglie , la vegetazione era scarsa dal continuo pascolo di capre. Appena presa la salita per entrare ( npieri lu paisi) c’era la casa ( ri Tumasi) che si era da poco trasferito li, comprandola da ( kiddi ri mastu Pietru), Sul lato sinistro non vi erano abitazioni. Poco più’ avanti vi era una via con molti gradini , dove abitava ( Vicienzu ri la vecchia). Proseguendo per pochi metri si era nella piazzetta ( ri sutta San Giovanni) Forse chiamarla piazzetta e’ un po’ troppo. Era uno spazio sterrato sotto un muro che sembrava la Torre di Pisa dove giocavano bambini a bottoni. Sulla destra vi era la casa ( ri kiddi ri Tardiu) con una marea di Rondoni nel cielo azzurro.Sulla sinistra c’era un orto con piante di arance ed un “ Ogliastra”. Sul muretto prima di entrare nel centro storico c’erano ( Angiulina ri ficitula, Vincenza ri Stalininu e la moglie ri lu cufanaro ) che parlavano e filavano la lana.
Sopra San Giovanni, sotto la pergola, altre donne che conversavano e filavano ( Carmela la patruncina, zia Peppina ri Casullu, la moglie ri lu cummissariu, la moglie ri Pietro ri Tardiu e chidda ri Passannanti). Incanalandoci nel paese ,la prima casa sulla sinistra e’ quella ( ri Giovanni lu cufanaru) con salici davanti la porta, pronti per diventare cofani e panieri. La porta più’ avanti c’era Peppina ( ri pulici ) , altri 2 passi e vi e’ una via che va ( npieri l’orto) e ci abitava Rocco ( ri lu surdu) e la sua numerosa famiglia. Poco più’ sotto vi era Angelina ( ri cunigliu) che le era appena morto il marito. Leggermente più’ avanti abitava Zio Michele ( ri pizza) che scaricava l’asino e fa 4 chiacchiere con mio nonno. Dopo 3 metri si affaccia un vuoto che sembra un piccolo teatro con porte e scalinate dove abitano, Michele ri Miluni, Stalinu, Oasquale ri cucchiarulu, Vincenzo l’alfanese ed a chiudere Pasquale ri timpesta sempre a lavorare ed infine la famiglia di Pasquale Guerrieri.La parte sopra la via e’ popolatissima , , lu figliu ri lu filoso’, Michele ri fanciullo, chiddi ri lu sitaru e l’ammini. In questi pochi metri di percorso abbiamo incontrato 6 ciucci ed abbiamo dovuto fare delle piccole manovre per passare.
Ora siamo sotto la casa di Michele ( ri lu sitaru) , un piccolo piazzale dove abita Lombardo e la sua famiglia, Minicu ri lu surdu e Demetrio ri curillu, tutti con famiglia numerosa e bambini della mia età’. Sulla destra i locali a piano stradale erano per gli animali e cantine ma alla sinistra c’era la signora ri titirinieddu con la sua numerosa famiglia, Vincenzo lu bannista, Buenaventura lu scalpellino, Peppu ri fonzu e Don Cenzu ,l’unico ad avere la televisione. La mbriacuna , una signora anziana, abitava subito dopo e difronte c’è la via che sale su nel paese con la case ( ri chiddi ri li iurici, e chiddi ri cierivu). A quel punto per arrivare a casa mia inizia una leggera salita ed alla sinistra vi e’ la casa ( ri chiddi ri la troia e Anna ri la pinnicata ) . Finalmente siamo arrivati a casa e mio nonno scarica ( lu ciucciu) davanti ( a lu vuttaru) ed io non vedo l’ora di andare sotto San Giovanni a giocare a bottoni con i miei amici e più’ tardi quando si e’ fatto buio a giocare a 31 ( nascondino) per i vicoli di quel posto incantato che forse esiste solo nella nostra fantasia.
