Le Vie del Sale del Cilento, frammenti storici

Le principali vie del sale nel Cilento avevano come punto di partenza e arrivo Velia e Palinuro, soddisfacendo esigenze cruciali: la ricerca di metalli e il raggiungimento, in un solo giorno di viaggio, della prospera Valle del Tanagro. In origine, partendo da Velia, il percorso saliva fino a Castelluccio, seguendo poi i crinali delle colline fino alla Contrada Salina di Ceraso. Da qui, attraversando l’attuale campo sportivo e giungendo al cimitero, la via procedeva lungo quella che oggi è nota come contrada Scognarente, per arrivare infine alle cosiddette Terre Rosse e al Passo Beta, tra il Monte Scuro e il Monte Gelbison.

Da questo punto, il cammino scendeva verso Pruno Rofrano, luogo di sosta e bivacco per le carovane in viaggio dalla valle del Tanagro, partendo da Velia. Da qui, continuava verso l’odierno Buonabitacolo e poi nel Vallo di Diano. Lungo questo tragitto, oltre al Passo delle Beta e a Pruno, erano tappe obbligate anche la tempa del Cerro e la Croce di Rofrano.

Con gli abitanti della valle del Tanagro, si sviluppò un florido commercio, con lo scambio tra il pregiato sale delle loro saline e la ceramica, e il pregiato grano che veniva trasportato via mare fino ad Atene.

In seguito alle continue minacce dei Lucani, il percorso fu modificato e sulla sommità della Civitella fu eretto un complesso fortificato, il Frourion, per proteggere le carovane.

Un secondo percorso si differenziava partendo dalla contrada Salina, passando per Ceraso, la costa delle Monache e il cimitero di Vallo, per poi aggiungere il Passo Alfa di Cannalonga e giungere nel Vallo di Diano. Questo percorso risultava più agevole nel periodo invernale, essendo meno soggetto alle nevicate rispetto al Passo Beta.

La via del sale continuò a essere un’importante via di collegamento tra le coste tirreniche e la valle del Tanagro fino al XIX secolo. I Borboni nel XVIII secolo potenziarono questa via, costruendo caserme come la Tempa del Cerro, a 859 metri di altezza, dai cui ruderi si gode di una vista che spazia dalla Civitella a Novi, fondendosi con il mare di Velia, evocando ricordi, luoghi, epoche e uomini che hanno dato a queste terre il valore del riscatto, della libertà e della democrazia.



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