di Giuseppe Viterale – kiddu ri mulinaru
A Rofrano , il 23 giugno si svolgeva la fiera di San Giovanni. Fu istituita nel 1925 e si faceva nello splendido castagneto del Piano, come location era una delle più’ belle per il largo spazio ,frescura sotto i castagni secolari e di facile accesso.Era un evento che non aveva niente da invidiare alle altre fiere dei paesi limitrofi, come “ la matalena” a Laurito e la fiera di San Lorenzo a Torre Orsaia.
“Lu chianu”si popolava di una marea umana fatta di venditori e compratori provenienti da ogni parte del Cilento. La parte da leone la facevano la compravendita di animali; asini, bovini,maiali, capre e pecore.Da ricordare che le montagne che circondano Rofrano erano molto popolate ed anche se appartenevano a comuni diversi, Rofrano era il centro delle loro attività’, Cannalonga, Valle dell’Angelo, Piaggine, Laurino.
In questa fiera era tutto Made in Italy , il ferraio era di Poderia, il venditore di recipienti di rame era di Sapri, I recipienti di terracotta venivano da Camerota, le scarpe da Cuccaro Vetere, i cappelli e pagliette da Vallo della Lucania, abbigliamento e tessuti dal Vallo Diano e poi vi erano gli zingari che era gente che abitava a Polla e si dedicavano alla compravendita degli asini. Molte famiglie rofranesi ne approfittavano per vendere qualche cosa e con il ricavato compravano il corredo alle loro figlie.
Ogni tanto succedeva qualche piccolo inconveniente, come quando i 2 cappellai di Vallo che erano parenti ma acerrimi nemici , distrussero le loro rispettive bancarelle o quando i Carabinieri approfittarono della fiera per scovare dei ladri di scarpe che erano state rubate in una casa a Rofrano e li scalzarono letteralmente a “piede libero” nel mezzo della fiera.
Ogni baracca/bancarella veniva adornata e delimitata da frasche di castagno e felci e non mancava chi vendeva la granita fatta con neve accumulata sulle montagne. Per quanto riguarda il mangiare , negli anni 50, vi era uno stand di Mario Pellegrino che cucinava e vendeva capra bollita. Mario che era un macellaio ed acuto commerciante per il senso degli affari, mi raccontò che un anno ebbe la concorrenza di uno stand fatto da un forestiero che vendeva il suo stesso prodotto allo stesso prezzo. Il nostro paesano senza scoraggiarsi mise un prezzo molto inferiore servendo porzioni più piccole, naturalmente sbaraglio’ la concorrenza.
Alla fine degli anni 50 i castagni secolari del piano vennero tagliati e la fiera si spostò a Rofrano , ma perse il suo splendore ed importanza.