C’era una volta il mulino

di Giuseppe Viterale – kiddu ri mulinaru

Parlare di mulini e mugnai e’ una cosa che mi e’ molto familiare.

I mulini a Rofrano sono esistiti fino al 1993. Prima che l’energia elettrica arrivasse a Rofrano nel 1943, vi erano vari mulini alimentati con energia idrica , situati presso i fiumi . Iettafora ne aveva 3 che appartenevano alle famiglie Cafasso , Puglia e Lettieri (Commitu))e nel Faraone c’era quello della famiglia Logarzo ( fanciullo) . Nel fiume Carcillo non vi erano mulini ma vi erano i Frantoi.

Bisogna aspettare gli inizi degli anni 50 per avere il primo mulino elettrico situato nel centro urbano quando un giovane ed intraprendente Giovanni Mazzeo , padre del prof. Peppo Mazzeo , installo’ alle Coste un mulino con macine in pietra alimentato dall’energia elettrica.Successivamente anche la famiglia Puglia installo’ un mulino in via Pastena. Il mulino che i rofranesi di oggi ricordano e’ stato quello di Giovanni Viterale ( u mulinaro) mio padre.Ma come ebbe l’Idea d ‘installare un mulino moderno al centro di Rofrano?

Un suo zio Gaetano Puglia , gli diede l’idea. Per tale progetto occorrevano risorse finanziarie importanti per quel periodo, che mio padre non aveva.Siamo agli inizi degli anni 60 e molti giovani rofranesi emigravano in Germania e così fece anche mio padre con un’idea fissa : lavorare all’estero per pochi anni , risparmiare e comprarsi il terreno in piazza per poi costruire un fabbricato con il mulino. Il terreno fu comprato dalla famiglia Sofia che avevano diviso e lottizzato il giardino del palazzo adiacente. Grazie anche all’aiuto del cambio del marco tedesco, i suoi sogni si avverarono nel 1965 quando ufficialmente fu aperto il mulino che non aveva le macine di pietra ma dei cilindri enormi ed il grano prima di essere macinato veniva ventilato e pulito , trasportato da cinture che occupavano 2 piani del fabbricato. La cosa più’ importante era che per la prima volta a Rofrano la crusca ( caniglia) veniva separata dalla farina . Essendo Rofrano un paese agricolo, vi era anche la domanda per un mulino che macinasse legumi e cereali per gli animali e così fu comprato il mulino a macine in pietra della famiglia Mazzeo.

È inutile dire che il mulino ebbe subito un grande successo ed attrasse tutti le popolazioni che abitavano nelle valli e montagne che circondano Rofrano , ( Cannalonga, Pruno,Piaggine, Valle dell’Angelo e Campora). Soprattutto la domenica vi era una marea di persone che venivano al mulino dalle montagne con asini, mule e giumente che venivano legate nel piazzale davanti al mulino. Ogni domenica sembrava una fiera ed il mulino era il centro di una piccola economia rurale con ogni ben di Dio che i montanari portavano e compravano a Rofrano. Varie coppie si sono sposate conoscendosi al mulino, naturalmente anche mia madre ci metteva la buona parola.

Un particolare curioso e’ che dopo un po’ riuscivo a conoscere da dove venivano , guardando quale animale avessero: quelli di Cannalonga avevano l’asino maschio, quelli di Pruno avevano Giumente e quelli della zona del “bosco’ avevano le mule.

I rofranesi andavano al mulino durante la settimana ma la domenica mattina venivano a vedere se c’era formaggio da vendere. A distanza di molti anni mi rendo conto che una semplice attività’ economica , al centro del paese, aveva creato un luogo d’incontro per relazioni umane ed economiche e rendeva Rofrano molto viva.

Tutto questo movimento duro’ per più di 20 anni ed il mulino macinava oltre 5000 quintali di grano all’anno . L’attività cessò nel 1993 quando i tempi e le persone erano cambiate e L’ULTIMO MULINARU decise di andare in pensione.

Note: la foto del fabbricato e’ dove era il mulino che occupava 2 piani d’altezza.

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